Qualche giorno fa ho pubblicato un post sui miei canali social, che riguardava le scuse che ci raccontiamo nel non fare ciò che desideriamo veramente e ci fa battere il cuore e tra le tante scuse che ci raccontiamo il “è troppo tardi” è la più gettonata, il dirci che dovevamo farlo prima, che ormai siamo aventi con l’età. Tutti atteggiamenti che non fanno altro che mettere limiti alla vita stessa.

Una donna che mi segue quotidianamente commenta con queste parole: “non è mai troppo tardi finché viviamo e finché Dio vuole”. Mi è venuto spontaneo risponderle: “perchè Dio non dovrebbe volere?” e da lì mi si è spalancata la finestra dei ricordi.

Se Dio vuole è un’affermazione che mi ha sempre colpita, me la ripeteva sempre mia nonna “se vo Dio ce verimm domani, oppure se vo DIO a Natale mi piacerebbe andare qui” e io le rispondevo sempre “nonna ma perché Dio non dovrebbe volere”, oppure nei gruppi di preghiera di cui ho fatto parte. Quando condividevo le mie sofferenze sia in amore, per non riuscire ancora a trovare un fidanzato, sia lavorative per gli ennesimi concorsi andati male mi veniva sempre detto “se Dio vuole” o “fai la volontà di Dio”.

Di fronte a questa risposte a me veniva sempre il mal di stomaco perché pensavo possibile mai che Dio vuole sempre qualcosa di diverso da quello che voglio io? Sarò destinata a soffrire a vita allora.

In realtà tutto dipende con quale intenzione viene pronunciata questa frase. Ma andiamo per gradi.

Il primo punto da analizzare è: Qual è la volontà di Dio e come si fa a capirla? Nel cammino di vita quotidiana non sempre è facile il discernimento.

Prima di tutto quello che sicuro Dio vuole è la nostra felicità, vuole che viviamo nella gioia e nell’amore o meglio nel suo amore.

C’è un passo del vangelo in cui Gesù dice “cercate prima il regno di Dio e tutto il resto vi sarò dato in abbondanza”. Il regno di Dio è quel luogo dentro di noi in cui noi siamo connessi con Lui ma non si riferisce solo ed esclusivamente al nostro rapporto quotidiano con Dio, alla preghiera personale. Regno di Dio significa, infatti, anche cercare ed andare in quel luogo dentro di noi in cui albergano i nostri talenti che dobbiamo ri-scoprire e mettere al servizio degli altri. Mettere a frutto i nostri talenti anche questa è la volontà di Dio. Allora è chiaro che se io Valeria amo fare la coach, mi sento piena nel farlo, sento di mettere a frutto tutti i miei doni, la capacità di ascolto l’empatia la conoscenza e sento che li alberga la mia pienezza perché dovrei pensare che la volontà di Dio possa essere diversa?

Ma se io sto pregando per incontrare l’amore della mia vota con cui costruire una famiglia (preghiere che in passato anche mi sono trovata a fare) e poi mi fisso con un uomo che di fare le cose serie con me non tiene proprio intenzione e di conseguenza io penso di non essere abbastanza di essere sfortunata di non meritare la felicità e sto male tanto male è chiaro che questa non può essere la volontà di Dio.

Quindi se siamo sinceri con noi stessi scopriremo che il problema spesso non è che non sappiamo cosa Dio vuole che facciamo ma che non vogliamo fare quello che sappiamo essere giusto fare e quando ci schiantiamo con la faccia nel muro per la nostra testardaggine poi ce la prendiamo con Dio.

IL CASO DI ELIA: fatalità ed inerzia.

Molte volte la frase “se Dio vuole” viene usata in senso passivo e fatalista delegando a Dio tutte le responsabilità delle cose che non accadono nella nostra vita e togliendo potere alla propria facoltà decisionale, in quanto se penso che tutto dipende da Dio che cosa succede? Che penso che tutto quello che faccio non servirà a niente perché tanto è tutto già deciso.

Questo porta ad un atteggiamento di passività ed inerzia che non ci fa mettere nemmeno in azione

Nella Bibbia abbiamo dei personaggi che non hanno agito pur essendo stati ammoniti da Dio. Nel libro primo di Samuele abbiamo il personaggio di Eli.

Eli era il sommo sacerdote di Silo, penultimo dei giudici israeliti prima del governo dei Re. Eli aveva 3 figli che però erano uomini perversi e non conoscevano Dio, tuttavia erano sacerdoti e approfittavano della loro carica tenendo per sé stessi le offerte sacrificali che il popolo faceva all’altare. Inoltre commettevano adulterio con le donne che prestavano servizio all’ingresso del Tempio. Eli era a conoscenza di tutto questo ma, nonostante fosse stato redarguito da Dio, non riusciva a porre fine alle loro nefandezze e come ogni genitore debole li rimproverava in maniera blanda senza agire drasticamente.

Per questo gli era stata profetizzata la distruzione della sua casa.

Accadde allora che Eli istruiva Samuele, figlio di Anna. Una notte Samuele udì Dio parlargli, egli però pensò in un primo tempo che fosse Eli; il vecchio, che non aveva chiamato Samuele, comprese che era Dio a chiamare Samuele e istruì il ragazzo sul come avrebbe dovuto rispondere.

Quando Dio richiamò Samuele il ragazzo rispose “parla Signore il tuo servo ti ascolta”

A Samuele era stato detto che la minaccia di Dio sarebbe stata compiuta su Eli e sulla sua famiglia e che non si poteva fare nulla per evitarla. Eli chiese a Samuele che cosa gli era stato detto, insistendo per conoscere tutta la verità, cosa che Samuele fece. All’udire ciò Eli rispose: «Egli è il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene».

Come si vede Eli ha avuto un atteggiamento passivo perché pur sapendo ciò che doveva fare non l’ ha fatto e a causa della sua inerzia è stato maledetto. Dio, invece, vuole sempre che noi agiamo. Facendo ciò che sappiamo dentro di noi essere giusto fare.

Noi iniziamo e Dio ci viene in soccorso.

Se invece deleghiamo tutto all’esterno diventiamo essere casuali in balia degli eventi,e del fato, ma noi siamo esseri CAUSALI cioè siamo artefici della nostra vita e con le nostre azioni e modi di pensare possiamo dirigerla in maniera consapevole.

È l’INTENZIONE CON CUI PRONUNCIAMO LA FRASE “SE DIO VUOLE” A FARE LA DIFFERENZA

Se la pronunciamo in senso fatalista come a lavarcene le mani non va bene e addirittura nasconde una falsa umiltà.

Se invece, diciamo “se Dio vuole” come a dire “anche se non andrà come io ho immaginato e prefissato va bene lo stesso perché so che tutto concorre al mio massimo bene allora ha senso pronunciarla perché questo è il senso di una spiritualità sana che vede Dio in ogni cosa, un Dio che ci guida e ci sostiene e approva nostri progetti se sono per il nostro massimo bene per diventare la migliore versione di noi stessi.

Gli ostacoli che incontriamo lungo il cammino non sono necessariamente contro di noi ma anzi la maggior parte delle volte sono per noi, per la nostra massima evoluzione.

Alla luce di quanto detto, per me acquista un senso diverso anche il detto “l’uomo propone e Dio dispone” che per me diventa “Dio propone e l’uomo dispone” perché siamo sempre noi con il nostro libero arbitrio a scegliere e ad avere l’ultima parole e Dio nella suo infinito amore e libertà non può far altro che accettare ciò che scegliamo.

Per questo ogni nostra scelta dovrebbe essere preceduta da tanto ascolto interiore e discernimento.

La vera domanda da porsi è: “Cosa sto scegliendo? Come scelgo? E soprattutto Quale parte di me sta scegliendo? La bambina ferita e abbandonata? la donna tradita? l’adolescente arrabbiata?

Avere consapevolezza delle nostre dinamiche interiori di scelta cambia tutto.

Buon cammino

Buone scelte.

Valeria.

 

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