Mi fa sempre riflettere, e un po’ sorridere, rileggere la storia della VECCHIA TRAPPOLA INDIANA PER LE SCIMMIE raccontata da Robert Pirsing nel suo libro “lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” (clicca qui). Un esempio efficace contro la RIGIDITÀ DEI VALORI e come questa possa attentare alla nostra felicità.
La trappola consiste in una noce di cocco svuotata e legata ad uno steccato con una catena.
La noce di cocco contiene del riso che si può prendere attraverso un buco. L’apertura è grande quanto basta perché entri la mano della scimmia, ma è troppo piccola perché ne esca con il pugno pieno di riso.
La scimmia entra la mano e ne resterà intrappolata. Uno ora pensa “apri la mano e sarai libera?” Ma ahimè non è così semplice.
LA SCIMMIA NON PRENDERÀ MAI IN CONSIDERAZIONE L’IDEA DI APRIRE LA MANO E LASCIARE IL RISO A CAUSA DELLA RIGIDITÀ DEL SUO SISTEMA DI VALORI.
NON RIESCE A CAMBIARE IL VALORE DEL RISO. Non riesce a vedere che la libertà senza riso vale molto di più della cattura col riso. NON è quindi la trappola in sé a bloccare la scimmia ma il suo rigido sistema di valori.
Quante volte anche noi cadiamo nella trappola per scimmie quando ci aggrappiamo disperatamente a qualcosa o qualcuno (un ruolo, una storia ormai finita) e non riusciamo nemmeno ad immaginare di mollare ma anzi facciamo di più ci incasiniamo che qualcosa è nostro e basta e ci rifiutiamo di lasciarla andare.
La storia è una metafora della nostra immobilità di fronte al cambiamento perché invece di modificare il nostro modo di pensare e agire imprechiamo contro la trappola, che rappresenta tutte le condizioni esterne non favorevoli.
Come sarebbe bello, invece, per una volta non arrivare all’estremo delle forze e lasciare andare prima situazioni, credenze, persone che non ci appartengono più?
Come sarebbe bello capire prima che la libertà senza riso vale di più di tutto?
E tu quali sono le trappole per scimmie più comuni in cui rimani intrappolato?
Ti leggo nei commenti