L’ARTE DI RICORDARE

“Cara Valeria, anche oggi ti senti ansiosa e soffri perché ti senti abbandonata dalla vita, da Dio. Ma quante altre volte ci sei passata per questi momenti di energia bassa in cui non vedi nulla e ti senti dispersa come se non ci fosse una strada e poi invece quella strada si è illuminata e il cammino era più bello e avvincente di quello precedente?
Hai imparato che non bisogna aspettarsi niente dalle persone perché non sono le persone che devono riempire i tuoi vuoti, non è il loro compito. Sei tu stessa che devi colmare i tuoi vuoti con l’amore che ti devi. Ti agiti perché non vuoi sentire quel vuoto ma quel vuoto è dato dalla tua assenza. Quel vuoto sono le tue ferite che hai bisogno di accogliere e guarire e solo tu puoi farlo. Quelle ferite sono quelle che ti hanno permesso di essere chi sei ora e sono la tua forza.
Con questo voglio dirti che vedi anche se ti sembra di non sapere dove stai andando, se ti sembra tutto buio prima o poi la luce arriva. Sono i momenti di buio che la vita ti da e Dio permette per farti fare i passi avanti di cui hai bisogno per avvicinarti alla versione più vera di te stessa. Non demoralizzarti ma accetta questi momenti come un momento in cui stai plasmando te stessa. Accettati, accetta che sei speciale che hai una marcia in più, che sei sensibile.
Stai raccolta di più in te stessa, medita, pratica il silenzio interiore, ascolta le tue emozioni e accoglile perché esse sono parte di te. Non avere paura degli altri e dell’amore, tu sei forte e nessuno può farti del male se tu non glielo permetti. Dai quello che puoi, ma non essere intransigente con te stessa se non sempre ci riesci. Fermati, respira e sii semplicemente te stessa. Non agitarti per alcunché, puoi rilassarti ed essere.
Cerca la tua strada con tutte le tue forze, con tutta la tua mente con tutto il tuo cuore e vedrai la troverai.
Ama te stessa.
Sentiti un dono.
Sii dono.
E ricorda che io per te ci sarò sempre!”
Questo è ciò che scrivevo dieci anni fa e mi batte il cuore nel vedere quanta strada ho fatto nonostante in quei momenti non mi rendessi conto che comunque stavo camminando.
Ho ritrovato questa pagina di diario/quaderno perché cercavo il diario del mio viaggio in Africa fatto con la mia carissima amica Suor Elvira, volevo ricordare i momenti che abbiamo vissuto insieme, volevo riscaldarmi il cuore perché lei è venuta a mancare a Giugno a soli 46 anni.
Dopo aver letto di quel periodo magnifico sono andata all’ultima pagina del diario per vedere con quali parole salutavo quel diario per poi iniziarne un altro. Ho sempre avuto l’abitudine alla fine di ogni diario di scrivermi una lettera in cui mi auguravo cose belle e mi spronavo a lavorare su me stessa indicandomi su quali parti di me rafforzare, accogliere, lasciare andare. Mentre leggevo piangevo di commozione e tenerezza per quella me stessa di dieci anni fa che aveva paura e non sapeva se avrebbe realizzato qualcosa nella vita. Piangevo perché mi sono resa conto di come la saggezza interiore opera in noi anche se non sappiamo darle un nome.
Dieci anni fa non conoscevo l’esercizio di mindfullness “lettera a te stessa” eppure sentivo l’esigenza di scrivermi. Quella saggezza universale abitava in me anche se non lo sapevo e mi spingeva a scrivermi una lettera motivante che mi tenesse a galla in un momento di confusione, di demoralizzazione per le ennesime frustrazioni che sentivo invadere la mia vita professionale ma soprattutto spirituale in cui mi sentivo prosciugata l’anima. Attraversavo quello che Santa Teresina chiama “il buio dell’anima” dove tutto quello che fai e vivi perde di senso perché non senti più l’energia divina sorreggerti-
Leggendomi sentivo commozione ma anche tanta eccitazione perché in quel momento acquistavano senso le parole del più grande motivatore di questo secolo Anthony Robbins
“La maggior parte delle persone si preoccupa e sopravvaluta quello che può fare in un anno e sottovaluta quello che può fare in 5 o 10 anni”
Quanto è vera questa frase, e la sua verità era proprio lì davanti a me. Quanto sono riuscita costruire in dieci anni e quanto dieci anni fa per me era impensabile perché ero nel buio più totale. Sono diventata life coach, aiuto le persone a ritrovare la propria vocazione eppure se ripenso a dieci anni fa mi sembra un sogno perché non avevo nemmeno i soldi per pagarmi la scuola di coaching, avevo solo la mia visione e la mia missione di aiutare le persone. Dopo tre anni ho avuto un contratto di lavoro a tempo determinato che è durato giusto il tempo per permettermi di mettere da parte i soldi per la scuola di coaching. Dieci anni fa piangevo per l’ennesimo stronzo che mi aveva preso in giro, o meglio da cui mi sono fatta prendere in giro visto che siamo noi responsabili della nostra vita amorosa e accettiamo solo l’amore che pensiamo di meritare e io a quei tempi pensavo di meritare le briciole. Ora ho una bellissima figlia di due anni e un compagno che amo. Veramente nella vita può accadere di tutto se ci crediamo fino in fondo e se abbiamo una visione e una missione che ci traina anche se non vediamo immediatamente i frutti.
Ritrovare il mio diario è stato veramente un grande dono che mi ha permesso di fare il punto della situazione, di capire dove sono ora e dove voglio andare fra altri dieci anni e mi ha fatto capire 3 cose fondamentali:
1. L’importanza di ricordare
Quanto è importante nei momenti in cui crediamo di essere fermi, in cui la nostra vita non prende la piega che avevamo desiderato, fermarsi, respirare profondamente ritornare nel presente e iniziare a ricordare tutto ciò che abbiamo costruito, raggiunto e superato nell’ultima settimana, nell’ultimo mese, nell’ultimo anno, negli ultimi dieci anni.
Questo ci permette di distaccarci dalla visione pessimista che abbiamo in quei momenti di demoralizzazione e ce ne fa avere una più ampia. Ci fa capire che la vita è in continuo movimento e che noi camminiamo sempre anche se non ce ne accorgiamo. Ci ricorda che la vita non è mai sempre in salita ma neppure sempre in discesa, che i momenti bui sono quelli in cui stiamo seminando perché qualcosa dentro di noi ci dice che qualcosa va cambiato o rinnovato. Ma dove c’è il buio c’è la luce e dopo la semina c’è il raccolto che solitamente è molto molto fruttuoso.
Nella Bibbia c’è scritto “chi semina nel pianto mieterà con giubilo” ed è vero io l’ho vissuto sulla mia pelle. Anni di dolore dove sembrava non succedesse nulla e poi ho iniziato a raccogliere i miei frutti.
2. Scrivi una lettera a te stessa/o.
Credimi è un esercizio potentissimo e pieno di emozioni quando rileggerai la lettera.
Prenditi del tempo per te quando sai di non essere distratto.
Rilassati, respira profondamente. Come ho già ripetuto il respiro ci ancora al presente e ci libera da tutti i pesi del passato e del futuro.
Quando ti senti pronto inizia a scrivere una lettera al te stesso del futuro. Parlagli di chi se ora, di come ti senti, che emozioni provi, Parlagli di ciò che ti spaventa e ti blocca ma anche di ciò che ti motiva, ciò che vuoi realizzare, i tuoi sogni. Scrivigli come ti piacerebbe essere fra 5 o dieci anni proprio quando il lui o lei del futuro leggerà, quali esperienze vorresti aver fatto e cosa non vorresti rimpiangere. Parlagli dei tuoi valori e delle tue credenze e se percorri un cammino di fede scrivigli di come sta procedendo se ti senti amato dalla vita da Dio se senti che la vita ti sorregge ed ascolta e scrivigli anche di come vorresti fosse la tua vita spirituale tra qualche anno.
Un consiglio veramente importante che voglio darti per quando scriverai è di non dare importanza alla punteggiatura o alla grammatica scrivi di getto per come nascono le parole dentro di te, non giudicarti e non fermarti mentre scrivi proprio per non dare adito al giudice interiore, che tutti abbiamo, di poterti sabotare.
Dopo aver finito di scrivere puoi o conservare la lettera per poi rileggerla parecchio tempo dopo o il mio consiglio è di spedirtela, è veramente emozionante ricevere una lettere scritta da te.
(Qui) trovi un sito in cui puoi decidere la data di spedizione.
3. Coltiva una visione a lungo termine.
Le parole di Anthony Robbins mi hanno fatto capire come sia importante avere una visone a lungo termine perché è quella che ti motiva e ti traina e ti spinge ad andare avanti nonostante le difficoltà.
La mania dell’uomo contemporaneo di volere tutto e subito lo porta a pensare solo a quello che può fare ed ottenere oggi per il proprio successo e tornaconto ma non gli fa rendere conto di quello che può realizzare in dieci anni lavorando sulla sua visione e missione perché sono queste che ti motivano e danno senso alla tua vita. Per questo molte persone si sentono frustrate, demoralizzate e senza senso perché pensano che se non ottengono tutto subito allora sono delle nullità perché di questo messaggi ci stanno bombardando la testa.
La visione è ciò che la parte più vera di te vuole realizzare, quello che per te è importante. E’ data dai tuoi valori e dal perché essi per te sono importanti. Dalla tua visione scaturisce la tua missione e i passi quotidiani che puoi intraprendere per realizzarla.
Cosa vuoi realizzare?
Come ti vedi tra dieci anni?
Perchè per te è importante realizzare queste cose?
Quali piccoli passi puoi fare ora, tra una settimana, sei mesi, un anno, dieci anni?
COSA FARE PER RI-TROVARE LA TUA VISIONE?
Tutti veniamo al mondo con doni e talenti unici da mettere a disposizione del mondo, tutti veniamo al mondo con una missione che grida dentro di noi ma che smettiamo di ascoltare dopo i primi 10, 15 anni di vita perché sovrastata dalle rigidità e la razionalità degli adulti, ma c’è un modo per ri-trovarsi.
Comincia col prestare attenzione a ciò che per te è più importante. Impara ad osservarti ed ascoltarti.
Cosa ti piace fare?
Cosa faresti anche se non dovessi essere pagato?
Come immagini di contribuire al mondo in cui vivi?
Dando una direzione al tuo cammino (visione) e praticando quotidianamente azioni che ti avvicinano alla tua visione (pratica quotidiana) tu puoi fare la differenza nella tua vita e in quelli che ti circondano.
Ma se non hai una visione corri il rischio di smarrirti perché la vita inizierà a perdere di significato.
                                                         La meta è il viaggio
Se invece individuiamo dove vogliamo arrivare ma soprattutto perché arrivarci tutto assume un significato diverso e anche se cambiano i nostri compagni di viaggio, le strade, i mezzi e a volte anche gli obiettivi stessi almeno avremo viaggiato con consapevolezza e vissuto in pienezza e non c’è vita più degna di essere vissuta.
E tu? Cosa ne pensii?
Qual è la tua visione?
Raccontamela. Ti leggo